@Norman sai che io non credo troppo ai team principal e ai team manager. Però credo che questa volta Capito abbia ragione. Mikkelsen dovrebbe fare anche il prossimo anno in Volkswagen, se i risultati non arriveranno daranno spazio a Wiegand. Che io non amo molto ma sinceramente credo che sia migliorato rispetto agli anni passati. Ecco perché non mi sorprenderei se il prossimo anno spuntasse la fantomatica quarta vettura (magari dal Portogallo) per Wiegand. @A T, secondo me punteranno sulla Yaris, vettura che come ho fatto notare nei giorni del Rally di Germania è stata presentata lo scorso anno come apripista in versione R1 e poi accantonata. Secondo me è quella che ha più marketing e caratteristiche simili della rivale Hyundai.
A volte si guarda l'eta' e in quest'ottica Wiegand e davvero giovanissimo tra l'altro ha migliorato tantissimo su asfalto,di certo correndo con Skoda ed essendo tedesco e' senza dubbio nel giro giusto credo,giustamente,che una chance la meriti poi concordo con Luca sul fatto che attualmente non sia ancora da WRC per ora le ipotesi sarebbero VW:Ogier,Latvala e Mikkelsen??? Ford :Neuville,Evans,Ostberg???,Al Attiyah Citroen:Sordo??? Chardonnet ??? Kubica ??? Hyundai:Hanninen???
Stando ai rumors - perché in questo periodo bisogna basarsi soprattutto su questo - Thierry Neuville starebbe anche valutando un ritorno in Citroen per il 2014. Il belga è il grande protagonista del campionato, e credo che sia fondamentale capire il ruolo di M-Sport nel prossimo campionato. Al-Attiyah ha confermato che saranno ancora protagonisti nella serie con lo sponsor Qatar, ma probabilmente non ci saranno aggiornamenti particolari sulla vettura. E potrebbe essere proprio questo il punto debole dell'offerta fatta dal team inglese a Neuville. Che dal canto suo (pare) abbia già rifiutato l'offerta di Hyundai, ma non quella di Citroen che gli darebbe il posto di prima guida insieme a Meeke e (forse) Kubica. Inutile dire che Hirvonen e Sordo ascolteranno le offerte di Hyundai e Ford.
Evans è un buon rallysta ma è ancora acerbo per le Wrc così come Wiegand. Tideman secondo me è un altro giovane molto interessante, forse per il Wrc è presto ma in Svezia ha fatto davvero vedere che ha un bel piede.
Lappi quest'anno si è un po' perso e ha corso (relativamente) poco. A Montecarlo si è ritirato quasi subito, facendo una figura non bellissima. Poi in Portogallo mi sembra che abbia vinto la classe WRC-2 e in Finlandia ha fatto segnare uno "zero". Ora vedremo come finirà la stagione. Fatto sta che un ragazzo molto giovane (Lappi appunto) è stato fatto passare per "fenomeno" dopo una prestazione maiuscola al Finlandia 2012 con la Fiesta S2000. Prima del ritiro andava anche più forte di Ogier con la Skoda. Poi non si è più visto. Quando dico che sarebbe bello vedere giovani nostrani (Crugnola, Michelini, Bosca) in una gara del WRC, terra o asfalto che preferiscono, non scherzo. Magari prendono dieci minuti, magari vincono la classe alla grande. Sul capitolo Evans credo che si possa ragionare. Il ragazzo ha vinto la WRC Academy al 2° tentativo, è cresciuto e con la RRC non sta facendo male. Secondo me, se il team Qatar confermerà le 4 vetture, una è per lui. Calcoliamo anche che uno come Neuville, "esploso" nel 2011 con la vittoria in Corsica e a Sanremo, è arrivato a giocarsi un titolo iridato alla seconda stagione da ufficiale (o semi, come preferite...) Il livello non è altissimo e questi giovani che stanno crescendo con le RRC (o R5, molto simili alle WRC), non avranno particolari problemi di adattamento...
Evans cosi come Wiegand,Tidemand,Chardonnet e altri giovani devono obbligatoriamente fare almeno un anno di apprendistato ma sara' sufficiente per vedere se hanno o no la stoffa alcuni pitoti sono passati dalle wrc e per vari motivi non sembrano essere stati promossi (tanak,novikov mi sembrano due nomi che difficilmente recupereremo a certi livelli) e' sempre stato cosi. Inoltre ho pensato anche a questa ipotesi Kubica in VW visto che l'Audi ha una macchina per il DTM,giusto per il fantarally.Tornando ad Evans,Giovanni Bernacchini mi ha detto che al Sardegna WRC ha navigato il gallese,che debuttava su wrc,debuttava in Sardegna ,non lo aveva mai navigato...insomma per farla breve non ha fatto un errore,dice che e' da WRC senza dubbio.
Quando parli dei giovani ti dimentichi quasi sempre di Andrea Nucita :fischio: , non ti sembra allo stesso livello dei 3 elencati?Forse hai dementicato a scrivere ecc..ecc...?XD
A T sono sincero...quando ho scritto ho pensato a un giovane abbastanza bravo su terra e molto veloce su asfalto (Crugnola, 3° nella WRC Academy in Germania nel 2011) e due asfaltisti molto forti (Bosca e Michelini, che però non hanno mai superato i confini nazionali). Nucita in questo momento non mi sembra ne carne ne pesce sinceramente. E' un giovane di belle speranze, che sta facendo bene nel CIR ma sinceramente ho visto gente che alla sua età era molto più forte di lui e poi si è persa. Approvo in pieno la sua scelta di correre nel Trofeo Citroen, che almeno offre ricchi premi, piuttosto che con una S2000 nel CIR, dove avrebbe avuto poche speranze di vittoria contro piloti ufficiali e contro team che hanno un budget ben superiore. Vedremo. Come ho detto il livello del WRC in questo momento non è altissimo, soprattutto alle spalle del team VW. Per entrarci occorre una valigetta piena di soldi oppure cercare vie traverse (le vie giuste) per entrare e rimanerci. Auguro ad Andrea di prendere una di queste strade che ho citato.
Finche' si corre nei confini nazionali puoi essere anche un fenomeno e non andrai da nessuna parte,questo e' garantito.Inoltre piloti fortissimi italiani hanno faticato nei trofei internazionali legati al WRC (parlo di Campedelli,Raschi e Crugnola) magari in Italia questi trofei li vinci e convinci ma nel wrc non e' cosi trovi sempre il locale che conosce meglio la gara,il terraiolo o l'asfaltista che ti mettono dietro....poi come mi diceva un frequentatore di questi trofei devi essere a posto al 100% per questo intendo fare test in ottica gara,avere i materiali al 100% (viviamo in un epoca che un materiale nuovo diventa piu' prestazionale di componenti usati) e non tutti possono permetterselo,anche fisicamente al 100% e se aggiungiamo che a livello di gare wrc devi fare 2 passaggi a prova e i nostri piloti non sono abituati a farlo e per questo che poi le difficolta' in ambito internazionale aumentano.Io ricordo Albertini quando ha fatto lo junior (sinceramente mai avrei pensato ad un vincente,paragonandolo ad altri visti) invece e' un ottimo pilota a livello nazionale tra i miglkiori e con margine di miglioramento,ora probabilmente con piu' esperienza riuscirebbe a fare le stesse gare decisamente piu' competitivo. Ho scordato di dire che oltre ad essere veloci non bisogna fare errori per cui e' meglio arrivare sempre a podio che vincere una gara e ritirarsi per errori nelle altre e qui mi viene in mente Alex Raschi ,velocissimo ma spesso falloso,sono talenti ma come ha dimostrato Tanak a volte devi tradurri le doti velocistiche in risultati prestigiosi.Questo fa capire come diventare campioni sia difficile ,devi essere quasi perfetto e questo anche per la vettura.Una volta potevi anche permetterti di non essere competitivo su particolari superfici di avere una macchina non al 100% ora non piu'.
Albertini purtroppo si è già giocato le carte nel mondiale nel 2008 e considerando i problemi di budget credo proprio che sarà difficile rivederlo in un Mondiale. Probabilmente ha reputato che fare le gare nei confini nazionali al momento si piu' conveniente economicamente. Io direi di non montarci piu' la testa con gli italiani nel mondiale, quando uscirà un fenomeno assoluto, probabilmente solo allora riavremo un italiano nel Wrc. Al momento abbiamo molti giovani promettenti, ma se si mettono in mostra come ha fatto Campedelli quest'anno, dubito che qualcuno li noterà. Devono presentarsi motivati e ovviamente con la giusta struttura che li supporti altrimenti non si va da nesuna parte.
Premesso che stiamo andando leggermente fuori dall'argomento principe di questo topic, io penso invece che una bandiera italiana su una WRC la vedremo a breve termine: entro un anno e mezzo (fine 2014) sicuramente uno tra Bresolin (4 gare su Fiesta WRC nel 2014, sembra) o Bertelli entrerà nel Mondiale, anche se part time. E questo mi sembra già buono. E' da anni che dico che l'importante è ricominciare a portare piloti italiani nella serie. Purtroppo noi non siamo come Belgio (che porta un vincente e punta su di lui), Russia (come Belgio) oppure come Francia e Finlandia (che sono pieni in tutte le serie). Quindi noi prima di avere un cavallo vincente nella serie passeranno anni e anni, ma intanto sarà bello rivedere il tricolore su una WRC. Per il resto credo che con il ritorno di Pirelli possano esserci maggiori possibilità di italiani al via nelle serie primarie e comprimarie. Mi sembra ovvio che se Pirelli sponsorizzerà Volkswagen (dubito Citroen, fedele a Michelin) o Hyundai difficilmente darà una mano a un privato italiano che corre con una Fiesta WRC del team M-Sport. Ma può darsi che Pirelli dia una mano a un giovane ipotetico (Nucita, così A T è contento) che corre nel WRC-2 con una Fabia S2000. Due giovani come Crugnola e Albertini hanno (semi) tradito il CIR per passare all'IRC Cup sponsorizzatissimo da Pirelli. Può darsi che questo tornaconto possa essere sfruttato a breve...
Sottoscrivo i commenti soprastanti e mi permetto di arricchire il dibattito con una nota, citando chi ha affermato che "a volte devi tradurri le doti velocistiche in risultati prestigiosi". Frase ineccepibile che purtroppo calza bene con la situazione di Campedelli: ha sostanzialmente gettato il secondo e probabilmente ultimo tentativo nel WRC. Con la possibilità di distinguersi e battere sul campo il promettente Chardonnet su asfalto. L'italiano nel pacchetto WRC3 pareva il più esperto, ma è stato invece autore dei più gravi errori, peccando in quanto a lungimiranza, non certo sul piano della prestazione, già eccellente e ben bilanciata fra sterrato e asfalto. I cordoni delle giustifiche non sono più larghi: le risorse sono limitate ed anche i talenti più cristallini sono messi a dura prova. Ricordando che anche personaggi dalla portata di Neuville/Tanak si sono trovati sul filo sottile fra il fronte del successo e del fallimento.
Un proficuo accordo con la FIA garantirà all'Oceania un accordo per una gara del calendario. Si cercherà di proporre contratti triennali, quindi 3 anni in Australia e 3 in Nuova Zelanda per dare continuità al progetto RallySport Magazine - No Rally NZ for 2014 but ambitious plans for future
Credo sia un ottima soluzione purtroppo le gare oceaniche sono economicamente esose ma sono due gare bellissime e trattandosi di mondiale credo sia giusto questo sacrificio.intanto in Italia la pista veneta prende corpo anche se non si sa esattamente da dove si partira',si parla di gara mista terra-asfalto a breve ne sapremo di piu'. Sardegna tagliata fuori definitivamente ma pare anche il Sanremo.
Ho letto le ipotesi che si fondano sul tentativo di condurre il rally d'Italia sull'Europa continentale e ne ho tratto un quadro abbastanza ambiguo, come del resto si sta dimostrando la FIA nell'ultimo anno. Prendono corpo idee appena ripudiate, a titolo esemplificativo si può citare il vecchio ordine di partenza, che evidentemente, vista la supremazia VW, non piace. Venne applicato nel 2011, salvo poi, in seguito a proteste bipartisan, essere cancellato, riproponendo quello precedente, leggermente rivisitato. Oppure il tentativo di riproporre i percorsi "survival" con chilometraggio competitivo superiore almeno a quattrocento chilometri, scomparso già quest'anno. *** Ritornando all'argomento, sono il primo ad affermare che la discontinuità è la ricetta per mantenere in vita lo sport, stimola le squadre a confrontarsi con novità. Sia sul piano dei percorsi, che su quello del regolamento, si favorisce lo spettacolo, attraendo dunque le case verso nuovi investimenti, cercando infine di evitare la nascita di "cicli", come sta accadendo, dannosi. Incitare i team ad un maggiore dinamismo è un ottimo imperativo, se applicato nei limiti e nelle forme del budget cap (che non dovrebbe tradursi però in un congelamento totale). *** Tuttavia, per quanto concerne la selezione del percorso, sarebbe preferibile uno studio più accurato da parte dei vertici, non si può pensare di coniugare tradizione ed esperienza, ad esempio, con l'ingresso del Rally di Cina. Questo fenomeno si è visto in F1 e non ha avuto riscontri positivi: si tratta di creare una cultura sportiva in paesi emergenti. *** Senza voler scadere nella retorica, nel caso di cui ci occupiamo bisogna invece spostare la sede, siamo sicuri che saprà offrire, immediatamente ed entro un anno, ciò che la FIA richiede, ovvero una somma di sicurezza, spettatori e qualità delle PS? Ascoltando anche le opinioni di alcuni piloti, ma anche di addetti ai lavori del rally sardo, si comprende in modo chiaro che la gara ha raggiunto il culmine, dal suo esordio, di quei tre valori indicati in alto. Anzi, ho percepito un notevole passo in avanti nel 2013, a partire dalle Prove Speciali il cui fondo ha denotato una buona progressione, meno dissestato e più adatto ad una prova mondiale. Nel 2012, un fondo sporco e meno percorribile è stato alla base di un rally che si è capovolto, con un podio inedito e vittorie di prove altrettanto insolite, dovute ad un consumo del battistrada anomalo. Alterazioni non registrate quest'anno, in una gara contrassegnata da una maggiore regolarità e, diciamo così, alla luce di un'organizzazione perfetta, senza fronzoli. *** Io pervengo a delle conclusioni di cui sono convinto già da diverso tempo, la FIA non digerisce la presenza del rally sull'isola dei Mori, ma contemporaneamente ne apprezza il costante miglioramento e gradimento. Senza essere consapevole che è necessario prendere una posizione e che forse, pescare un rally inesistente, non è prova di equilibrio e ragionevolezza. Allora, qual è l'obiettivo? Dare anima, corpo e forma con la bacchetta magica ad un progetto volatile in meno di un anno, senza valutare le ripercussioni di un così brusco cambiamento, è una scelta insostenibile. Comprendo che alle basi c'è anche una instabilità politico/economica, forse in Sardegna più acuta che altrove, ma per una regione i cui dati relativi al turismo, in modo inequivocabile, indicano una contrazione concreta su base percentuale. Il Rally Sardegna, a giugno, è l'occasione giusta per rilanciare e rivitalizzare un settore scricchiolante.
Faccio qualche breve commento in pillole! - Autosprint rivela di un possibile team Citroen nel 2014 con Neuville, Sordo (o Meeke aggiungo io), Kubica e Al Qassimi. Volkswagen su Al-Attiyah come diceva @Norman. Ford a cercare soldi e sponsor con Novikov e Ostberg oltre a qualche altro pilota che si paga il sedile. - Sul capitolo Oceania anche a me ispira questa gara, ma a livello di spese è davvero sanguinosa. Poi perdere Grecia (e rischiato di perdere Svezia) e tenere la gara in Oceania mi sembra una follia. A livello mediatico comunque là investono sulla gara e per certi versi sul motorsport europeo (Taylor, Paddon ma anche Stoner e Webber). Quindi finché si procede su questo "investimento" è giusto che continuino a godere del loro evento (non a caso la Polonia, altra new entry con grandi investimenti, ha scalzato una gara storica come la Grecia). - Capitolo Rally d'Italia: penso che il Veneto sia una soluzione prevista dalla CSAI da un po' di tempo. La gara in Sardegna era a rischio nel 2011, lo spostamento a ottobre nel 2012 è stato quantomeno discutibile (se volete aggiungo che la gara era già in Sicilia, quantomeno per l'ACI) e nel 2013 si è corso soprattutto per il poco tempo a disposizione per cambiare location. Però questa ipotesi del Veneto al momento non mi convince. Premesso che rido ogni volta che leggo Prada Rally d'Italia (semmai ci sarà una sponsorizzazione, non credo che cambierà il "nome" della gara ma lo sponsor sarà una semplice etichetta sulle speciali), credo che una grande spinta arriverà anche dagli sponsor esteri (appunto Svizzera e Croazia). Una location come Verona sarebbe l'ideale, sulle speciali al momento non mi esprimo ma sarà difficile raggiungere il livello della Sardegna, che nelle ultime stagioni era una vera e propria eccellenza
Oramai l'argomento Rally d'Italia incalza,a suo tempo trovai ingeneroso dare il benservito al Sanremo per portare una gara del WRC in Sardegna e a dirla tutta era anche contro il regolamento (non era mai successo che una gara che non esisteva partiva dal wrc,piuttosto molti avrebbero gradito una promozione del Costa Smeralda e ci furono beghe sarde non indifferenti) ora semplicemente capita la stessa cosa al sardegna e anche qui grazie all'input della Fia che ha detto chiaramente che se si voleva il mondiale ci si doveva spostare,in ritardo l'Italia ha recepito e come detto da Lucarally lo si e' fatto con un anno di ritardo per motivi pratici (la gara da ottobre si e' spostata a Giugno),F150 giustamente come noi tutti mette dubbi sulla nuova organizzazione ma questo rischio' ci fu anche in Sardegna e a dirla tutta le prime 2/3 edizioni sarde non furono felicissime ne come percorso ne tantomeno come pubblico,risolti questi problemi e avendo una gara da WRC ora si riparte da zero.Io ho alcuni dubbi su questi punti.1.gara mista,Dove tutti hanno rinunciato per vari problemi. 2.Gara asfalto.Ma allora perché abbiamo cambiato Sanremo??? Come location si potrebbe essere al top un eventuale partenza da Verona ,sempre disponibile per il motorsport e con un AC volenteroso e preparato,sarebbe davvero un bel colpo d'occhio,problema sicurezza,certamente il pubblico sara' numerosissimo in terra veneta dove la passione e tra le piu' alte e ma non credo comunque in un sovraffollamento come gli anni 80 piuttosto bisogna avere ufficiali di percorso seri cosa sempre piu' rara e soprattutto mantenere standar elevati come in Finlandia e Germania e non avere gente del pubblico che attraversa di continua la strada come accade in Italia.La gara che avrei preferito sarebbe stato un Sanremo ad ampio respiro ovvero fino al savonese e genovese per sparpagliare bene le ps ma purtroppo Sanremo a problemi di budget e ha dimostrato 8non gli organizzatori ma i commercianti) che della gara importa poco.Per motivi pratici sono favorevole ad una gara nel triveneto andare in Sardegna comunque economicamente mi costava di piu' che andare in Alsazia e Germania sia economicamente che di tempo per cui faccio l'egoista e penso sia molto bello andare in veneto a vedere un WRC,non so l'ipotesi centroitalia quanto sia vera,in Toscana gli sterrati sono spariti ma avevo sentito che un sondaggio tra Romagna,Marche e Toscana era stato fatto o comunque pensato,vedremo a breve le novita' l'importante e non perdere tempo.
Quoto entrambi, ma attenzione, nel mio intervento più che porre dubbi precisi sull'ipotetico rally, di cui, per l'appunto, non sappiamo nulla, pongo la questione dell'utilità di tale cambiamento. Le ragioni che si trovano alla base di una riflessione politica ed economica seguono una via parallela alle volontà della FIA, che invece io ho criticato apertamente ("ho tratto un quadro abbastanza ambiguo, come del resto si sta dimostrando la FIA nell'ultimo anno"): se la Sardegna è diventato un rally di punta, come Jean Todt stesso ha riconosciuto, pare paradossale muoversi in direzione opposta se non per motivazioni di seconda rilevanza. Eccezione fatta, appunto, per le volontà locali. Non sappiamo quali quotazioni la CSAI ha affidato all'ipotesi Veneto, e soprattutto se c'è alla base una bozza che colga massimamente i punti chiave della gara. Il rischio, come evidenzia Norman correttamente, c'è ed è la conseguenza del fatto che è assente uno scheletro del rally. A differenza del 2004, primo anno del mondiale in Sardegna, c'è un problema di fondo: le candidature al WRC sono numerose, la domanda è nulla. Volendo essere onesti, nessuno nega la grande passione del Nord-Est per i rally, pertanto il problema pubblico potrebbe rivelarsi marginale. Più acrobatico, tuttavia, pensare di attrarre immediatamente la fiducia dello spettatore straniero, specie qualora il format si rivelasse insoddisfacente. Sono calcoli puramente speculativi, ma consideriamo l'evenienza di un mancato successo dell'evento. Oggi, più di allora, una mossa errata potrebbe, in un frangente delicato, allontare l'Italia da un mondo sportivo da cui è già più che distante.