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Momenti emozionanti dei rally

Discussione in 'La Storia dei Rally' iniziata da Luca Rally90, 24 Luglio 2010.

  1. Luca Rally90

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    Il rally ha regalato a tutti noi appassionati momenti di grande emozione e sentimentalismo: se siete d' accordo con me discutiamone e ricordiamo i momenti migliori in questa discussione!!!

    Cominciamo con Colin Mcrae (Rally di Australia 2005): si ritirò a causa dell' incapacità dei meccanici di rimontare una frizione (era 3°) e tutti i meccanici degli altri team accorsero x applaudirlo...vediamo

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  2. rally

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    Un tributo al nostro grande Attilio Bettega con la 131 Abarth, Ritmo e Lancia Delta 037. Di emozioni ne ha date parecchie. Per chi non lo conoscesse:

    [video=youtube;2aBuD9xR_9Q]http://www.youtube.com/watch?v=2aBuD9xR_9Q[/video]
     
  3. Luca Rally90

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    Crazy moment' s dei rally direttamente da wrc.com

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  4. Luca Rally90

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    Il ricordo di Ballerini visto da Alessandro Ciardi, il suo pilota quel maledetto 7 febbraio 2010 (Il Tirreno)

    Un giorno ti fermi e pensi. Un altro piangi. Un altro vivi con un macigno sullo stomaco. Non è stato un anno facile per Alessandro Ciardi, il pilota di 36 anni di Casalguidi che il 7 febbraio scorso, alla guida di un'auto, si schiantò contro un muretto nel Rally di Larciano. Accanto a sé, a fare il navigatore, aveva il ct azzurro Franco Ballerini che in quell'incidente perse la vita. In questi mesi, lunghi e a volte terribili, i ricordi, le paure, le ansie e il fardello della colpa potevano distruggerlo. Per di più, nel giugno scorso, è sopraggiunto un altro lutto: la morte della mamma Lea.Due mazzate durissime. Ma il tempo, si sa, allevia le pene. Se poi accanto hai "due angeli custodi" come Lea e Franco (così li chiama Alessandro) ripartire è anche più facile. Il 5 dicembre 2010 è tornato in gara, al rombo dei motori, la sua passione, la sua vita. Rally d'Ogliastra, in Sardegna. Gli equipaggi al via sono 19, una competizione non difficile, ma l'importante è esserci. Non solo c'è, ma arriva quarto assoluto. E con la stessa macchina della disgrazia di Larciano.

    «Sì, proprio la Clio R3 di quella mattina - racconta - è stato un po' come tornare alla vita dopo tante incertezze, angosce, oppressioni. Avevo bisogno di ricominciare piano. Sono soddisfatto anche perché alla fine il gruppo sportivo ciclistico di Lanusei è venuto a consegnarmi una targa. Sul palco mi sono commosso. Ho pensato a tante cose...».

    Per esempio?
    «Che non doveva andare così. Che quel giorno era stato studiato tutto alla perfezione. Che eravamo lì per divertirci, soprattutto Franco. Che non andavo forte».

    Ha voglia di ricordare quel momento?
    «Sì, certo. Chissà in quanti hanno detto o pensato che io, avendo in auto il ct Ballerini, volevo strafare. Dimostrare a lui che ero il migliore. Ma non è così. La velocità era di 90 all'ora. Eppure...».
    [​IMG]


    Destino crudele e maledetto.
    «Esatto. Un mix incredibile che lo ha portato alla morte».

    Capì subito che si trattava di una cosa seria?
    «Sì, vidi che Franco aveva perso i sensi ed era pieno di sangue. Io uscii dall'abitacolo per aiutarlo, ma avevo il bacino rotto, caddi a terra. Svenni. Mi hanno detto che i soccorsi furono immediati. Qando mi risvegliai ero su una lettiga. Mentre mi trasportavano all'ospedale chiesi di Franco. Nel trambusto compresi che stavano provando a rianimarlo. Poi mi portarono via».

    E' mai tornato in quel posto, davanti a quel muretto?
    «La prima cosa che ho fatto appena ho potuto guidare di nuovo. Volevo capire, rendermi conto, ma continua a non esserci una spiegazione logica. L'unica cosa certa è che la Clio slittò e ci fu l'impatto».

    E ogni volta che passa di lì a cosa pensa?
    «Che non doveva succedere. Che è profondamente ingiusto che Franco se ne sia andato così. Era lì per gioco».

    Con Franco eravate buoni amici.
    «Ci incontrammo la prima volta due anni fa a un rally, qui a Casalguidi. Eravamo in fila per un riordinamento dopo una prova speciale. Io davanti qualche posizione, poi Paolo Bettini e lui. Li conoscevo di fama. Entrambi erano in gara alla guida di un'auto diversa. Franco si avvicina e mi chiede dei consigli per poter migliorare la sua posizione in classifica. Gli dico la mia. Va e in effetti guadagna alcuni posti. Alla fine mi ringrazia e decidiamo di fare qualcosa insieme. Dico: tra poco c'è il Ciocchetto. Va bene, andiamo, mi conferma. Poi il Ciocchetto salta per una copiosa nevicata. Decidemmo allora di puntare su Larciano ed è finita a quel modo».

    Ha incontrato Sabrina, la moglie di Ballerini, più volte. Com'è andata?
    «Una donna speciale. Venne a casa pochi giorni dopo l'incidente. Mi disse subito che non dovevo sentirmi in colpa. Poi sono andata a trovarla insieme ai figli, prima il piccolo, Matteo, poi Gianmarco. Ho trovato una famiglia che ha davvero dei grandi valori. Mi aspettavo che mi dicessero che gli avevo portato via il padre. Invece, niente. Gianmarco, a un certo punto, va oltre e butta lì: rimettiti bene e poi una volta voglio venire in auto con te. Cominciai a piangere. Franco aveva davvero seminato bene».
     

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